Zhōngguó Wǔshù


Zhōngguó Wǔshù

Arti marziali cinesi 

Dal punto di vista etimologico i termini utilizzati per identificare le arti marziali cinesi, attraverso l’evoluzione storica e linguistica sono i seguenti:

Arti marziali cinesi (中国武术, Pinyin: Zhōngguó wǔshù), che letteralmente è traducibile in 中国 Zhōngguó Cina, 武 guerra e 术 shù arte, ed è un nome collettivo che indica la totalità dei metodi di arti marziali, patrimonio della cultura e della tradizione del popolo cinese.

Il concetto “arti marziali cinesi” è riferito alla totalità degli stili marziali, che nel loro insieme, hanno acquisito nomi diversi, a seconda del luogo, del periodo in cui si sono diffuse, della famiglia da cui derivano (e qui sta il motivo vero di uno smisurato elenco di stili apparentemente diversi) e soprattutto dell’influenza filosofica e culturale.

Negli anni trenta, le arti da combattimento orientali iniziarono ad essere conosciute in occidente e la limitata conoscenza delle culture asiatiche, delle lingue, dei dialetti e delle molteplici etnie, ha portato alla creazione di miti, leggende e soprattutto una gran confusione di nomi differenti che molto spesso rappresentavano lo stesso sistema.

Grazie poi alla diffusione cinematografica sulle arti marziali cinesi degli anni ’60 e ’70 (a seguito di vari film e vari artisti marziali, come Li Xiao long ovvero Bruce Lee , Alexander Shen,  Jaki Chan, il Kung Fu entrò nell’immaginario collettivo occidentale, generando quell’interesse nella ricerca della pratica marziale che continua ancora oggi) il termine Gong Fu o Kung Fu (功夫, pinyin: gōng fu) è il più popolare in occidente e ad Hong Kong, ma lo stesso non si può dire per l’interno della Cina, dove troviamo altri termini, come vedremo più avanti.

 

Il Termine Kung Fu

Il Termine Kung Fu giunse in Europa circa 200 anni fa, attraverso alcuni missionari francesi, per descrivere esercizi di conduzione del Qi (xing qi zhi gong) dei Taoisti cinesi. E’ formato da tre ideogrammi, il primo ed il secondo sono considerati come un unico pittogramma, vi corrisponde il concetto di lavoro duro, o forte, mentre al terzo corrisponde il concetto di uomo (secondo un canone di equilibrio e potenza), l’insieme degli ideogrammi prende il significato di “esercizio eseguito con abilità” o “duro lavoro” o ancora “uomo potente, a volte si trova associato al terzo ideogramma la figura della tigre, cosicché Kung Fu si traduce anche come “potente tigre”, ma solo per un aspetto vagamente omofono dell’ideogramma.

Il concetto rappresenta il percorso necessario all’apprendimento profondo di una disciplina impegnativa, dura, non necessariamente marziale, eseguita giorno per giorno fino ad arrivare alla perfezione e al raggiungimento dell’assoluta padronanza della tecnica. “Zhiyou gongfu shen, tiechu mocheng zhen”, solo con un profondo e minuzioso lavoro si può affinare una sbarra di ferro fino a farla diventare un ago, è un antico proverbio cinese che rende l’idea dell’impegno richiesto nella pratica.

Wǔ shù (武術) con l’avvento della Repubblica popolare cinese, attualmente è il termine più usato anche in occidente;

Gúo shù (国術; 国术) termine diffuso a Taiwan e significa letteralmente “arte nazionale”.

Quán fǎ (拳法) denominazione più antica, tradotta come “movimento del pugno” o “tecniche di pugno” ovvero pugilato nel senso di combattimento a mani nude.

Zhōngguó quán (中国拳) significa “boxe cinese”.

Il termine Wushu

Nel 1926 la Repubblica Cinese proclamò ufficialmente il nome in 中国武术 Zhōngguó wuǔshù, arti marziali cinesi.

Il Comitato di Preparazione della Federazione Internazionale di Arti Marziali cinesi riunitosi nel 1985 a Xi’an, decise di utilizzare, nell’atto costitutivo, il nome di  武术 Wǔshù, stabilendo che in futuro si sarebbe usata direttamente la traslitterazione cinese escludendo qualsiasi altro nome.

In realtà il termine “Wushu” non è ancora unitariamente diffuso, anche per il fatto che i termini Gongfu, Kungfu, Guoshu, per il loro significato intrinseco, offrono uno spettro più ampio per le intersezioni con le tecniche mediche, energetiche, di meditazione, cura del corpo, filosofia e storia, ginnastica per la salute ed il controllo della respirazione, fino ad arrivare al Qi Gong (potenziare l’energia intrinseca del corpo).

Analizzando la millenaria storia della cultura cinese, le svariate forme marziali nelle diverse epoche e nel susseguirsi delle varie dinastie regnanti, sono state chiamate in moltissimi modi; tra il XX ed il VII secolo a. C. si trovano i termini – quanyong – pugni e coraggio, shoubo – combattimento con le mani, jueli – provare la forzaxianggao – sopraffarsi l’un l’altro.

Abbiamo poi una serie di esercizi medico-marziali e di Qi Gong che aumentano il volume dei termini che in qualche modo ci rimandano sempre ad un lavoro marziale, come ad esempio gli esercizi per la salute creati dal medico Hua Tuo, che in molti affermano si componesse di svariati esercizi e tecniche di coppia per allenarsi alla lotta:

 Wuqin Zhi Xi (五禽之戏) nome antico di Wuqinxi  (五禽戏, il Gioco dei Cinque animali Hu 虎,tigre, Xiong 熊, orso, Lu 鹿, cervo, Yuan 猿, scimmia, Niao 鸟, uccello. Ad ognuno di essi è dedicata una parte del “Gioco”. I più antichi documenti che fanno riferimento al “Wuqinxi” sono l’ Hou Hanshu 后汉书, libro degli Han Posteriori ed il Sanguo Zhi三国志, memorie dei Tre Regni).

Wuqincao (五禽操, allenamento dei 5 animali);

Wuqin Qigong (五禽气功);

Bai bu han xi (百步汗戏, Gioco del sudore dei cento passi).

Non è raro imbattersi in nomi molto antichi, collocabili tra il 770 ed il 221 a. C. come jiji – attaccare abilmente,  xiangbo – combattersi,  shouzhan – battagliare con le mani,  wuji – arte marziale,  juedi – lottare, Wu Yi – arte della guerra, o arte marziale da guerra.

Wu shu compare la prima volta nel testo “Zhaoming taizi wenxuan” –raccolta di scritti dell’illustre erede legittimo, compilato da Xiao Tong (501 – 531), figlio primogenito dell’imperatore Wudi della dinastia Liang Meridionale.

Altri termini, non frequenti, che si ritrovano spesso nelle descrizioni generiche sulle arti marziali, usati più come concetti necessari a spiegare aspetti intrinseci del Kung Fu sono:

Jibengdong, incarnare bene l’essenza dell’abilità

Gongdi, allenare bene la virtù dell’abilità

Gongde e la forza dell’abilità Gongli.

 

Articolo a cura del Maestro Maurizio di Bonifacio

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